The Bear

The Bear

Cucina debiti e drammi familiari: The Bear è la storia di un giovane chef stellato alle prese con una sfida umana e professionale quasi proibitiva che lo costringerà a grandi...

Cucina, debiti e drammi familiari: The Bear è la storia di un giovane chef stellato alle prese con una sfida umana e professionale quasi proibitiva che lo costringerà a grandi trasformazioni.

Emozionante, rude e a tratti sarcastica, questa serie tv è molto interessante perché racconta la difficile vita dietro ai fornelli in maniera autentica.

Al contempo, dà grande risalto ad un elemento che, paradossalmente, viene spesso trascurato quando si parla di cucina in tv o al cinema: il cibo.

The Bear mette d’accordo appassionati di cucina e cultori delle storie graffianti, che “odorano” di asfalto. Assolutamente consigliato per chi vuole iniziare una serie tv in cui il protagonista si trova di colpo a gestire situazioni più grandi di lui. Ma anche per chi cerca intrattenimento sincero, energico e un po’ sboccato, ma con i piedi per terra,

Alla Bukowski, per intendersi.

Se vuoi saperne di più, ma non vuoi alcuno spoiler, qui potrai leggere trama, recensione e curiosità senza spoiler.

The Bear

Genere:
Drama Drama
Sensazioni:
Irriverenza Irriverenza Emozione Emozione
Su:
disney-plus
Cast:
Carmen Berzatto
Jermy White
Jerimovich
Ebon Moss-Bachrach
Sydney Adamu
Ayo Edebiri
Marcus
L-Boy
Natalie Berzatto
Abby Elliott
Jimmy Cicero
Oliver Platt
Pubblicato il: 30/01/2023
Aggiornato il: 04/06/2024

THE BEAR - TRAMA SENZA SPOILER

Chicago, Stati Uniti, giorni nostri. La vita di Carmen Berzatto, uno degli chef più importanti al mondo nonostante la giovane età, viene completamente stravolta quando un’improvvisa tragedia familiare lo costringe a lasciare New York e la nouvelle cousine per tornare nei sobborghi di Chicago e gestire la paninoteca di famiglia: “The Original Beef of Chicagoland”.

Chef Carmy si ritrova proiettato in una realtà diametralmente opposta, fatta di conti da saldare, fornitori che bussano alla porta con la bava alla bocca e una brigata disorganizzata e demotivata.

Nonostante le pessime premesse, Carmy intende risollevare le sorti del pub mettendo a disposizione tutte le sue conoscenze nel campo della ristorazione.

I conti in rosso, infatti, impongono l'esigenza di cambiamenti radicali nel menù e nell'organizzazione della cucina.

Carmy troverà supporto in Sidney, una giovane sous chef intrigata dalla possibilità di collaborare con un cuoco così importante.

I suoi progetti di rinnovamento, però, dovranno scontrarsi con la chiusura mentale di Richard, cugino “acquisito” che lavora da sempre alla paninoteca e che vede nell’arrivo del nuovo chef una minaccia alla sua amata routine lavorativa.

Ma anche con lo scetticismo degli altri membri storici della brigata.

Tina ed Ebraheim, per esempio, faranno fatica ad accettare i nuovi metodi: la prima perché troppo orgogliosa, il secondo per scarsa flessibilità.

Al contrario, Marcus, il panettiere, vedrà nell’arrivo di chef Carmy un’opportunità per migliorarsi e seguire una vocazione gastronomica prima inesplorata.

Nonostante i debiti, i dissidi con lo staff e i consigli della sorella di vendere il locale, per qualche inspiegabile ragione chef Carmy darà tutto se stesso per far quadrare i conti e andare avanti, rifiutando le ripetute proposte di acquisto dello zio.

In mezzo alla tempesta, il giovane Carmy si ritroverà in un’inevitabile crisi di nervi e sarà chiamato ad affrontare le proprie inquietudini, cercando un barlume di serenità nell'amore per la cucina e per la famiglia, anche se entrambe si riveleranno dannatamente difficili da far coesistere.

THE BEAR - RECENSIONE SENZA SPOILER

The Bear è una serie di pancia, e non solo perché parla di cucina.

Se fosse un libro, sarebbe un romanzo di Bukowski. Se fosse una canzone, sarebbe una hit rock degli anni ‘80 che sa alternare momenti di energia pura a graffianti assoli di chitarra carichi di nostalgia.

La serie punta tutto sulla sincerità, mirando alle viscere dello spettatore. Senza patinature, ma raccontando una storia di persone imperfette alle prese con problemi reali, piccoli e grandi che siano, intermezzati da parentesi di spensierata allegria.

La prima parola che viene in mente guardando la serie è compostezza.

La compostezza degli sceneggiatori nell’assemblare una storia con i piedi per terra che sa emozionare. La compostezza di Chef Carmy nel vivere il dramma che gli cambierà la vita: il suo contegno sulla vicenda è senz’altro uno degli elementi narrativi più complessi e affascinanti della serie.

E che si contrappone, invece, alle situazioni quasi deliranti quando è alle prese con le cucinate.

La trama viene magistralmente tenuta in piedi da una regia di spessore, che riesce a restituire sapientemente le atmosfere ed i vari registri emotivi in maniera credibile. Armoniosa.

La regia si rivela energica quando deve proiettare lo spettatore nella frenesia della vita dietro ai fornelli. Introspettiva ed essenziale quando restituisce i turbamenti psicologici del protagonista.

The Bear racconta anche il lato oscuro della cucina.

Parla di come la ristorazione possa essere un mondo spietato, che mette a dura prova l’integrità psicologica di chi ne fa parte.

L’ansia, infatti, viene descritta come una costante nella vita di chi si approccia a questo lavoro. Che si tratti di lavorare in un ristorante chic o di gestire una paninoteca di provincia.

Poco importa se lo stress derivi dalla ricerca forsennata della perfezione nella preparazione di un piatto o dal tentativo di tirare avanti in una situazione disperata, contro ogni pronostico: la ristorazione, in The Bear, consuma mente e corpo.

Ma non per questo è meno degna di essere amata. Anzi, forse lo è ancora di più.

Oltre ai personaggi e alle loro storie di sacrifici quotidiani, difficoltà ai cambiamenti e piccole grandi soddisfazioni, la serie dà grande risalto alle pietanze.

La regia, infatti, regala diversi primi piani ai piatti, la vera colonna sonora “visiva” di tutta la serie.

Insomma, famiglia, complessità dei rapporti umani, amore per il proprio lavoro, senso del dovere, resistenza ai cambiamenti, debiti e fragilità: The Bear è questo e molto di più.

In certi passaggi, forse, cade nel cliché del racconto dei sobborghi malfamati in cui le pistolettate alla luce del sole sono la normalità, ma ciò non toglie alla serie quella ruvida sensibilità che la rende una piccola perla indie.

Croccante fuori e tenera dentro.

Tutta da gustare, anche per palati non allenati.

THE BEAR - CURIOSITÀ SENZA SPOILER

  1. La famiglia di chef Carmy è di origine italiana ed i riferimenti alla gastronomia nostrana ovviamente non mancano. In uno dei passaggi più toccanti della serie viene mostrata la preparazione delle braciole al ragù, piatto tipico della cucina napoletana.
  2. Per prepararsi al meglio, il cast ha seguito un addestramento culinario frequentando corsi, confrontandosi con chef e lavorando nelle cucine di ristoranti per alcuni giorni.
  3. Christopher Storer, creatore della serie, ha rivelato che le vicende del locale sono ispirate a quelle di un ristorante di Chicago gestito da un suo amico. Locale anch'esso ancorato alle tradizioni passate, un po’ come il The Original Beef of Chicagoland.
  4. Il settimo episodio della prima stagione è considerata una delle più ansiogene di tutte le serie tv. In questa puntata, infatti, succedono un po’ di cose tutte insieme: a contribuire alla creazione della suspense è anche un piano sequenza tanto prolungato quanto efficace nel restituire il caos della situazione.
  5. L’attore protagonista, Jeremy Allen White, già molto bravo nell’interpretare Lip Gallagher in Shameless, ha vinto per questo ruolo il Golden Globe come Miglior attore in una serie commedia o musicale.

Vedi anche