The Bad Guy

The Bad Guy

Un magistrato antimafia che diventa uno dei più spietati boss di Cosa Nostra: The Bad Guy è una serie spassosa riflessiva e dissacrante su come possa essere facile passare da...

Un magistrato antimafia che diventa uno dei più spietati boss di Cosa Nostra: The Bad Guy è una serie spassosa, riflessiva e dissacrante su come possa essere facile passare da eroi a cattivi.

Ma è soprattutto un’iperbole intenzionalmente provocatoria su come gli eventi possano far vacillare i principi morali anche della persona più integerrima al mondo.

Bene e male, giusto e sbagliato, eroi e cattivi: la serie affronta queste dicotomie con un approccio scanzonato, senza disdegnare passaggi controversi, disturbanti, che restituiscono alla storia una dimensione quasi conturbante.

The Bad Guy è una serie particolarmente consigliata per chi è appassionato di storie surreali o su improbabili gangster impegnati nella scalata al potere. Ma è adatta anche anche ai cultori di Pirandello e dei suoi concetti di identità e maschere: successivamente ti spiego il perché. Su questa pagina, infatti, potrai leggere trama, recensione e curiosità senza spoiler.

The Bad Guy

Genere:
Comedy Comedy
Sensazioni:
Irriverenza Irriverenza
Su:
prime-video
Cast:
Nino Scotellaro
Luigi Lo Cascio
Luvi Bray
Claudia Pandolfi
Leonarda Scotellaro
Selene Caramazza
Salvatore Tracina
Vincenzo Perrotta
Teresa Suro
Giulia Maenza
Avviso sui contenuti:
Violenza, Uso di sostanze stupefacenti
Aggiornato il: 11/12/2024

THE BAD GUY - TRAMA SENZA SPOILER

Sicilia, giorni nostri. Nino Scotellaro è un coraggioso e irreprensibile magistrato antimafia che si sveglia al mattino con un solo pensiero: arrestare Mariano Suro, capo dei capi di Cosa Nostra, latitante da 15 anni e mandante di 200 omicidi, tra cui quello di Paolo Bray, suo cognato, anch’egli magistrato antimafia.

Grande appassionato di sigari e perseguito da una rinite allergica che non gli dà tregua, il magistrato Scotellaro è uno di quelli tosti e intuitivi.

Non a caso, vive sotto scorta, sebbene i risultati ottenuti relativi alla cattura del boss siano tutt’altro che incoraggianti.

Ma la svolta sembra finalmente vicina

Grazie ad una soffiata in piena notte, e ad un’informazione sulla salute del boss dedotta in precedenza da alcuni dettagli apparentemente irrilevanti, il pm scopre finalmente dove si trova Mariano Suro.

L’occasione è ghiotta ed il magistrato non perde tempo mettendo in allerta prima sua sorella, Leonarda Scotellaro, agente dei ROS, inviandola in solitaria sul posto, e poi soltanto in un secondo momento il resto dell’unità mobile, con la speranza di ridurre il rischio di una fuga di notizie che potesse far sfumare il blitz.

Le cose, però, prendono una piega storta ed i piani di cattura svaniscono

Preso dalla frustrazione e dalla rabbia, Nino Scotellaro manifesta tutto il suo disappunto in conferenza stampa facendo dichiarazioni molto forti alludendo ad informatori segreti presenti all’interno delle forze dell’ordine.

Timorosa delle ripercussioni di quelle parole, la moglie di Nino, Luvi Bray, avvocato estremamente abile che tra i suoi clienti vanta anche personaggi molto influenti riconducibili alle alte sfere dello Stato, sfrutta le sue conoscenze per far concedere al marito una promozione e il trasferimento a Roma presso la sezione Affari Penali.

Nino è stuzzicato dall’idea, almeno fino a quando Giusy Corifena, esperta comandante del pool antimafia, qualche ora dopo gli rivela di essere affetta da una grave malattia e di avere intenzione di passargli il testimone, promuovendolo quindi a capo delle operazioni.

A questo punto, il procuratore sembra orientato ad accettare l’offerta della collega, ma ancora una volta succede un imprevisto che cambierà tutte le carte in tavola.

Nino Scotellaro viene improvvisamente arrestato

L’accusa è di quelle pesantissime: concorso esterno in associazione mafiosa. E le prove sembrano inchiodarlo.

Intercettazioni telefoniche, testimonianze dirette di esponenti di Cosa Nostra ed il ritrovamento di un telefono nascosto in casa che, secondo i tabulati, comunicava soltanto con un altro telefono usa e getta che si presume appartenesse proprio a Suro, fanno condannare Nino a 15 anni di reclusione.

La storia, quindi, fa un salto in avanti nel tempo.

Trascorsi i primi 5 anni in carcere, Scotellaro viene trasferito in un’altra prigione.

Almeno così sarebbe dovuta andare, invece durante il trasferimento avviene un nuovo colpo di scena che rimetterà tutto in discussione.

E Scotellaro, creduto morto, potrà agire indisturbato e proseguire la sua caccia a Mariano Suro.

Questa volta, però, operando nel suo stesso territorio: quello del crimine

Nino, infatti, prendendo in prestito l’identità di Balduccio Remora, un mafioso disperso chissà dove in America latina, proverà ad infiltrarsi tra la famiglia mafiosa rivale di Suro, i Tracina, e a sfruttare questa faida tra i due clan per avere l’opportunità di ammazzare il boss, a costo di sacrificare la sua stessa vita.

Ma rintracciare Suro sarà tutt’altro che semplice.

E Nino, nel frattempo, si accorgerà molto presto di trovarsi a proprio agio nei suoi nuovi panni di mafioso. Fin troppo...

THE BAD GUY - RECENSIONE SENZA SPOILER

The Bad Guy è uno spaghetti gangster che offre un divertimento a tratti esilarante e una riflessione pungente, che - dietro la risata - getta una critica violenta sul sistema giudiziario e sulla volubilità dell'opinione pubblica.

Parlare di un magistrato antimafia che diventa un mafioso è già di per sé una premessa surreale e al tempo stesso coraggiosa. Il buono che diventa il cattivo. L’antidoto che diventa il veleno, avvelenato a sua volta da quel sistema che lui in primis credeva fosse la medicina.

La storia di Nino Scotellaro, però, non è semplicemente quella di un buono che subisce il fascino del lato oscuro. O quella di una vendetta da consumare a tutti i costi.

La serie sembra dissacrare i concetti di eroismo e antieroismo

Restituisce a magistrati, forze dell’ordine e criminali una dimensione umana, vulnerabile, che va oltre i cliché imposti dal rispettivo ruolo.

Forse rendendo fin troppo palese questa intenzione narrativa che, in ogni caso, non è particolarmente originale.

Molto interessante, invece, è la metamorfosi morale di Nino che sembra molto diversa rispetto a quella di altri personaggi delle serie TV alle prese con drastici cambiamenti etici come Walter White in Breaking Bad o Saul Goodman in Better Call Saul, giusto per citarne due.

Qui il cambiamento di Nino sembra fin troppo repentino.

Inizia come una recita, si sviluppa come una sorprendente opportunità di riscatto personale, per quanto eticamente discutibile.

Ad un certo punto, l’impressione è che il magistrato decida di accettare l’etichetta di mafioso affibbiata dagli altri per rifugiarsi dalla sua stessa immagine (oltre che dalla latitanza), abbracciando completamente l’identità di Balduccio Remora che doveva essere ad uso e consumo, ma che poi diventa l’unica possibile.

Un po’ come l’Enrico IV di Pirandello che sceglie deliberatamente di farsi credere pazzo per sfuggire alle conseguenze delle sue azioni, alla società e ai giudizi scomodi della gente, indossando strategicamente la sua nuova maschera.

Da questo punto di vista, la serie è senz’altro pirandelliana

Inoltre, affronta argomenti ambiziosi come bene, male, identità e doppiogiochismo mixando sapientemente commedia, dramma e pillole di suspense.

In generale, The Bad Guy offre un intrattenimento piacevole e narrativamente credibile, sebbene emerga una ricerca fin troppo accentuata di colpi di scena che ne fanno perdere un pizzico di autenticità.

Poco male: la serie rappresenta comunque un bello spot per l’industria televisiva italiana che sta provando a dare una nuova prospettiva a temi super inflazionati come la mafia, riservandogli una veste nuova. Più fresca.

Ridendoci su, ma con giudizio.

THE BAD GUY - CURIOSITÀ SENZA SPOILER

  1. La serie è ambientata in Sicilia, in particolare a Palermo e nella piccola cittadina di Marsala, situata sulla costa occidentale dell’isola.
  2. Guardando The Bad Guy avrai finalmente modo di ammirare una delle opere urbanistiche più ambiziose (e forse inutili) di sempre che ogni tanto diventa argomento di dibattito nel nostro Paese: il ponte sullo stretto di Messina.
  3. La serie vanta camei divertenti come quello di Enrico Mentana e del duo Colapesce Di Martino, i quali sono gli autori della canzone dello spot televisivo di WowTerworld, un fatiscente parco giochi acquatico scenario di avvenimenti importanti. E indovinate come s’intitola la canzone? Splash. No, non è quella di Sanremo. Probabilmente si tratta di un simpatico ed enigmatico spoiler della canzone che avrebbero portato qualche mese dopo sul palco dell’Ariston.

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