Binge watching e impatto ambientale: risponde Netflix

18/04/2021 - 17:20

Perché qualcuno sostiene che le maratone televisive contribuiscono ad inquinare il pianeta? Netflix fa chiarezza.

Premessa: qualora non lo sapessi, binge watching significa letteralmente “abbuffata di visioni” ed è un modo cool per definire le lunghe maratone davanti alle serie tv. Quelle che assomigliano un po' ai pranzi domenicali in famiglia, soprattutto dalle mie parti: sai quando iniziano, ma non hai la minima idea di quando finiranno.

Ecco, secondo qualche esperto, il binge watching - diventato sport nazionale in tempi di lockdown forzato - contribuirebbe all’inquinamento del pianeta. Il motivo? L' emissione di CO2 a causa della sovrapproduzione di elettricità richiesta dai server ed il conseguente impiego dell’enorme mole di risorse idriche per climatizzare i data center.

A lanciare l’allarme è stato uno studio nato dalla collaborazione traPurdue University, Massachusetts Institute of Technology e Yale University. L’obiettivo della ricerca era valutare l’impatto ambientale derivante dall’ utilizzo massiccio delle app in tempi di pandemia globale. Sulla lente di ingrandimento sono finite diverse piattaforme tra cui Facebook, Instagram, WhatsApp, TikTok, Zoom e, ovviamente, Netflix.

Maglia nera a Netflix

A questo punto del post avrai già capito gli esiti della ricerca:Netflix sarebbe l’ azienda meno ecosostenibile. Sia per quanto riguarda le emissioni di CO2, sia per la quantità di acqua sprecata. E con un lungo distacco rispetto alle altre: al secondo posto di questa classifica, molto indietro rispetto alla regina dello streaming, ci sarebbe Zoom. Risultato facilmente prevedibile considerando l’impennata negli utilizzi della piattaforma di conference call in seguito all’introduzione obbligatoria dello smart working per tanti settori lavorativi.

Si tratta di stime approssimative, precisano i ricercatori, poiché basate su dati messi a disposizione dai fornitori di servizi e da terze parti. Ma gli autori sostengono che le stime, ritenute comunque valide seppur non esaustive, possono contribuire ad una maggiore sensibilizzazione sui risvolti ambientali di strumenti considerati, erroneamente, a impatto zero. E che anche piccoli gesti, come per esempio spegnere la webcam durante una videochiamata di lavoro, sono utili per ridurre l’inquinamento da internet.

La risposta di Netflix

Nel 2020, per ogni ora di streaming è stata emessa una quantità inferiore ai 100 grammi di CO2, meno che guidare un’auto per un quarto di miglio (circa 0,4 chilometri, ndr). Oppure, quanto l’utilizzo di un ventilatore da 75 watt in funzione per 6 ore e un condizionatore da 1.000 watt in funzione per 40 minuti ”.

Come si apprende dalle pagine di Wired UK, non si è fatta attendere la replica ufficiale di Netflix che ha reso noti alcuni dettagli sulle emissioni di carbonio dell’azienda. E del sistema DIMPACT che consente al colosso dello streaming di calcolare precisamente il suo impatto ambientale.

Entro la fine del 2022 Netflix raggiungerà l’obiettivo ‘zero emissioni nette di gas serra’. Ridurremo le nostre emissioni interne per limitare l’aumento delle temperature a 1,5 °C come indicato dalle più recenti ricerche sul clima. Investiremo poi in progetti esterni in tutto il mondo che mirano a rimuovere il carbonio dall’atmosfera, ad esempio iniziative a protezione degli ecosistemi terrestri e marini ”, si legge dal sito ufficiale.

E noi non vediamo l’ora che sia così per iniziare, con la coscienza pulita, l’ennesimo binge watching di How I Met Your Mother, Boris o Breaking Bad.

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